Seggi elettorali accessibili, inclusivi e rispettosi per le identità trans*
Egregia Ministra,
con la presente intendiamo sottoporre alla Sua attenzione alcune gravi problematiche che limitano alle persone transgender l’esercizio del diritto al voto così come riconosciuto dall’art. 48 della nostra Costituzione.
Le attuali procedure di accesso ai seggi elettorali non tengono conto della complessità delle vite delle persone transgender. Migliaia le persone aventi diritto al voto che in questo momento in Italia non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità, e che sono costrette a un coming out forzato e pubblico in occasione di voto al seggio elettorale, ambiente spesso impreparato ad accoglierle.
Essendo espressamente richiesto di collocarsi in una fila o presso un registro a seconda del mero dato del sesso anagrafico indicato sul documento, si costringono di fatto le persone transgender a violare la propria privacy e ad esporsi in contesti non protetti, con l’evidente risultato di comprometterne la partecipazione democratica alla vita pubblica, ed esporle alla non remota possibilità di divenire bersaglio di discriminazioni.
Riportiamo alla Sua attenzione come il criterio di suddivisione previsto dall’art.5 del DPR n°223 del 20 Marzo 1967 rappresenti a tutti gli effetti una limitazione all’esercizio del diritto di voto per migliaia di persone transgender e non binarie, in contrasto con le disposizioni dell’art. 48 della nostra Costituzione.
“Io Sono, Io Voto” è una campagna nazionale promossa dalle Associazioni che si occupano dei diritti delle persone transgender che ha informato l’opinione pubblica in merito a tutte queste difficoltà. Sempre più realtà e singole persone hanno aderito alla campagna facendo mettere a verbale al proprio seggio la richiesta di modificare e aggiornare le procedure di accesso al voto.
In occasione del Referendum Costituzionale e consultazioni elettorali del 20 e 21 Settembre la campagna “Io Sono, Io Voto” raccoglie firme a sostegno per ripensare le forme della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e per garantire tutela e inclusione nell’accesso al libero esercizio della democrazia.
Come realtà sostenitrici della campagna siamo quindi a richiedere formalmente un Suo intervento affinchè l’elettore non debba più qualificarsi ai seggi sulla base del sesso assegnato alla nascita, bensì di accedere secondo altri criteri che ne tutelino l’identità personale e il diritto alla privacy, come ad esempio potrebbero essere le liste elettorali su suddivisione alfabetica.
Numerose infine le testimonianze dirette, raccolte negli anni, di rinuncia al voto da parte di persone transgender anche a causa del deficit formativo del personale presente ai seggi, in merito al linguaggio utilizzato e alle buone pratiche raramente adottate. Per questo motivo, come realtà sottoscriventi restiamo a disposizione del Ministero anche per fornire contributi formativi da destinarsi al suddetto personale in vista di future consultazioni elettorali.
Fiduciosi di un Suo interesse nelle tematiche prospettate, Le chiediamo cortese riscontro che, si auspica, possa condurre a possibili e condivise soluzioni.
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